(il manifesto)
Giorgio Salvetti
MILANO
Contrordine camerati. Sará rimandato il
raduno neofascista con torneo di calcetto e concerto in programma il
Primo maggio al Lido di Milano per celebrare Sergio Ramelli, il ragazzo
di estrema destra ucciso nel 1975. Lo ha stabilito ieri il prefetto Gian
Valerio Lombardi. O meglio, Lombardi ha vivamente consigliato a Milano
sport, la societá che gestisce Il Lido, di negare lo spazio alla
manifestazione per motivi di ordine pubblico. Probabilmente il raduno
sará solo spostato al 2 maggio. Ma almeno la festa dei lavoratori è
salva. A Roma intanto la questura ha detto no alla manifestazione di
Casapound e Blocco studentesco prevista per il 7 maggio intitolata
«Giovinezza al potere».
Il divieto delle prefettura di Milano è
arrivato dopo la riunione del comitato per la sicurezza cui ieri mattina
hanno participato il sindaco Moratti, il presidente della provincia
Guido Podestá , colui che ha dato il patrocinato alla manifestazione
neofascista, e il questore Vincenzo Indolfi che in questi giorni è stato
preso di mira dalla destra e da palazzo Marino. Dopo aver tollerato e
avallato le celebrazioni neofasciste programmate provocatoriamente nella
settimana tra il 25 aprile e il Primo maggio, Moratti e soci nei giorni
scorsi hanno scatenato una dura polemica contro la questura sulle
gestione della piazza del 25 aprile. Il primo cittadino di Milano,
insieme al ministro La Russa, ha attaccato le forze dell'ordine
colpevoli a suo giudizio di avere consentito al carro del centro sociale
Cantiere di entrare in piazza Duomo durante la manifestazione della
festa della Liberazione per contestare Podestá . E questo nonostante il
fatto che polizia e carabineri qualche maldestra manganellata ai ragazzi
del Cantiere l'abbiano data eccome. E senza considerare che i fischi a
Podestá e contro il raduno neofascista erano venuti non solo dagli
«estremisti dei centri sociali», ma da migliaia di cittadini comuni che
hanno voluto esprimere cosà il loro dissenso. A criticare la «mano
morbida» delle forze dell'ordine quel giorno sono stati anche il Pd e la
Camera del Lavoro di Milano che cosà hanno fatto il gioco della destra.
Ieri peró tutti hanno dovuto fare dietrofront. A partire da Letizia
Moratti. «Non c'era nulla da chiarire - è il commento imbarazzante del
sindaco dopo il vertice - visto che nella nostra cittá non ci sono stati
incidenti. Ho ringraziato le forze dell'ordine e chi le guida per
l'impegno grandissimo che hanno messo il 25 aprile». La questura,
infatti, deve aver preso male le critiche. A favore del questore si era
schierato anche il leghista Salvini e pare, dunque, che l'attacco agli
uomini di via Fatebenefratelli non sia piaciuto neppure al ministro
Maroni. Da qui la decisione del prefetto.
E cosà il Primo maggio ci
sará come sempre la manifestazione dei sindacati al mattino e la Mayday
dei precari nel pomeriggio. «Non hanno mai dato problemi», ha detto a
sorpresa Lombardi. Ci sará anche il concerto antifascista organizzato
dal Cantiere. Ma non ci sará il raduno per Ramelli. Gli estremisti di
destra dovranno quanto meno rimandarlo. Come se non bastasse Moratti ha
dovuto rimangiarsi anche l'ordinanza con cui voleva lasciare aperti i
negozi il Primo maggio, una scelta che aveva suscitato le critiche di
sindacati e curia.
A Roma, invece, il no al corteo del 7 maggio è
arrivato dopo la presa di posizione delle forze di sinistra e dell'Anpi.
Casapound e Blocco studentesco peró minacciano di sfilare comunque da
piazza della Repubblica alla Bocca della veritá . La richiesta di
rinunciare alla manifestazione era stata fatta in modo informale, ma
dato che gli organizzatori hanno risposto picche, si è proceduto al
divieto ufficale.