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News per Miccia corta03 - 06 - 2009 Omicidi e caccia al ``diverso`` l'anima nera della cittá ricca
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Il primo maggio dell'anno scorso fu ucciso a calci un giovane vestito "come a sinistra"
A gennaio fracassato il naso a una ragazza davanti al caffè Posta
ROBERTO BIANCHIN
VERONA - Sono tre anni che fanno i gradassi. Insultano, pestano, e anche ammazzano. Spadroneggiano in cittá . Tollerati. Quasi assolti dall'opinione pubblica che si limita a condannare «la stupiditá dei singoli». Sono bande di giovinastri di estrema destra, figli del benessere e dell'intolleranza, che si sentono padroni della cittá . Non direttamente collegabili a partiti o organizzazioni. Ma figli di una violenza di destra che viene da lontano. Figli di una «matrice nazifascista», secondo l'ex procuratore capo Guido Papalia. Ragazzotti che della vecchia ideologia hitleriana hanno preso «solo la caratteristica razzista», e che la usano «per colpire il diverso, e non solo il diverso per razza, ma il diverso perché si comporta in modo diverso». E' stato cosà il primo maggio dell'anno scorso quando per una sigaretta negata cinque neofascisti hanno ucciso a calci in testa un giovane «vestito come quelli di sinistra», Nicola Tommasoli. E' stato cosà lo scorso gennaio, quando in otto al caffè Posta hanno aggredito una ragazza «di sinistra», fracassandole il naso con un portacenere e ferendola al volto in modo tale da farle rischiare di perdere un occhio. Ed è stato cosà negli ultimi tre anni, quando altri diciassette neofascisti, ora indagati in un fascicolo che ha sul tavolo il procuratore capo Mario Giulio Schinaia, finito anche lui nel mirino delle violenze degli estremisti di destra, si sono resi protagonisti di una serie di pestaggi, una decina, contro giovani di opposte idee politiche. Una violenza urbana che cresce di continuo. «In cittá ci sono pestaggi tutte le settimane - accusa Franco Bonfante, veronese, consigliere regionale del Pd - e non c'è mai alcun controllo su questi personaggi. Si sentono protetti, tutelati, hanno come una sorta di lasciapassare da parte del perbenismo di facciata». La bella Verona, ricca, colta, intelligente, nasconde, e non da oggi, un'anima nera. L'ex procuratore Papalia sostiene che «una matrice violenta di estrema destra c'è sempre stata in questa cittá ». Una storia torbida, inquietante, che arriva da tempi lontani, dagli anni sessanta. Da «Ordine Nuovo» al «Fronte Nazionale» di Franco Freda e Giovanni Ventura, dalla «Rosa dei Venti» a «Forza Nuova», dal «Fronte Veneto Skinheads» fino ai feroci delitti della crociata purificatrice del gruppo neonazista di «Ludwig». La nuova crociata dei nuovi neofascisti, che non si definiscono tali, e nemmeno di destra perché dicono che «la politica non ci interessa nulla, vogliamo solo ripulire la nostra cittá da balordi e vagabondi», adesso si combatte strada per strada, piazza per piazza, caffè per caffè, notte dopo notte. Con aggressioni improvvise, e botte e sprangate, contro tutti quelli che non sono come loro. Che sono o sembrano «diversi».
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