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News per Miccia corta21 - 03 - 2009 Sergio Segio: "Basta con l'accanimento. Spero che un giorno si possa dire che Sinistra è libertá "Â
(Linkontro.info)
Intervista a Sergio Segio di Giulio Sardi e Susanna Marietti*
Sergio Segio, sono anni che curi il Rapporto sui diritti globali, cui lavorano tante altre associazioni, pubblicato da Ediesse, la casa editrice della Cgil. Quello è senz'altro un osservatorio privilegiato sulle libertá . Come sono state trattate le libertá in questi anni e in particolare quando governava il centrosinistra? In questi ultimi due decenni c'è stato un progressivo slittamento della parola sicurezza. Una volta stava soprattutto a significare sicurezza sociale, politiche sociali, welfare, sicurezza sui luoghi di lavoro, ma pian piano è venuta a sovrapporsi con le questioni di ordine pubblico, con le paure e le criminalitá . Questo ha fortemente contribuito a svuotare di concretezza, piú che di significato, la parola libertá . Uno dei risultati è che, a livello di forze politiche e parlamentari, questa parola è stata, per cosí dire, scippata dalla destra, che l'ha usata cinicamente in direzioni di tutt'altro genere. In questi decenni il centrosinistra ha fatto a gara con il centrodestra, rincorrendolo sul terreno di un modo autoritario e repressivo di rispondere alle lacerazioni e alle contraddizioni sociali, sia attorno ai temi della sicurezza che nell'uso delle risorse pubbliche. Ancora in questi mesi stiamo assistendo a questa gara a chi vorrebbe destinare piú risorse alle forze di polizia. Nessuno dice che l'Italia, tra i 27 paesi dell'Unione Europea, è quello che giá oggi ha il piú nutrito schieramento di forze di polizia: 324.000 uomini, 160.000 in piú rispetto al Regno Unito, 70.000 in piú rispetto alla Germania. Eppure abbiamo visto crescere anche l'uso dell'esercito in funzioni di ordine pubblico. Abbiamo visto quest'ultimo barbaro e sciagurato provvedimento del centrodestra legittimare e finanziare le ronde dei cittadini. In questo clima di deriva culturale autoritaria, fa ben sperare la scelta di Sinistra e Libertá , la voglia di rendere credibile l'intreccio tra queste due parole, che storicamente hanno faticato a stare assieme. Io spero che in futuro si possa dire Sinistra è libertá , con il verbo invece che con la congiunzione. Nominare programmaticamente la libertá è intanto la fondamentale precondizione perché ció sia possibile nel futuro. Vuoi spiegarci cosa sta succedendo rispetto al film La Prima Linea, tratto dal tuo libro Miccia corta? E' sempre un po' spiacevole e faticoso parlare di casi personali. Comunque, sta succedendo che in questo paese in modo inavvertito è stato inaugurato il Minculpop, il Ministero della censura e del controllo politico sulla libertá di espressione, in questo caso sulla libertá artistica di fare cinema, nel senso che attorno a quel progetto cinematografico è in atto una censura preventiva, che si è nutrita in questi mesi di una campagna stampa molto pesante e di un linciaggio mediatico nei miei confronti. Tutto sommato non è una novitá . In questo clima di incattivimento sociale, di barbarie legislativa, è normale che una quota di cattiveria spetti anche agli ex terroristi. E' invece preoccupante l'assenza di reazioni che c'è stata attorno a questa vicenda. Solo ieri sul sito www.societadellaragione.it è stato pubblicato un appello che si intitola Basta con l'accanimento. Vorrei chiedere a chi è in ascolto di leggerlo e di valutare di sottoscriverlo. Parlo di questo caso perché mi sembra paradigmatico di un clima e di una fragilitá in chi storicamente, politicamente e socialmente è stato sempre attento a frequentare il terreno delle libertá civili, della qualitá della democrazia. In questa fase rischiamo di non sentire piú neanche quella flebile voce, che non ha la capacitá di cambiare le cose ma ha un grande valore di testimonianza. La libertá è un valore che ne racchiude altri contigui. Se non difendiamo lo stato di diritto, le garanzie, la civiltá giuridica, credo che il futuro rischi di essere ancora piú cupo di questo presente connotato da razzismo, xenofobia, guerre tra poveri, fenomeni volutamente sollecitati da un centrodestra che tenta cosí di sviare le proteste e l'attenzione. C'è bisogno di una nuova sinistra, attenta ai diritti e alle libertá . Il mio caso è uno dei tanti, che dovrebbe spingere ad una reazione rispetto a queste problematiche, che non riguardano solo un pugno di ex con gravi responsabilitá nel passato, ma sono le cartine di tornasole di un revisionismo storico che sta avanzando a passi da gigante, nella societá come in parlamento, dove si invocano le gogne, le castrazioni o l'espulsione di poveretti che scappano dai paesi del sud del mondo. Una sinistra che vuole recuperare il fondamentale valore della libertá non puó essere assente o distante rispetto a questo.
* l'intervista è tratta dalla puntata del 19.3.2009 de "Il Tuffatore", in onda su Radio Popolare Roma, 103.3 FM
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