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News per Miccia corta01 - 10 - 2008 A Stazzema l`eccidio fu ``guerra ai civili``
(Liberazione, mercoledÃ, 01 ottobre 2008)
Maria R. Calderoni
Fu crimine di guerra. Un crimine per il quale non è nemmeno lecito invocare la famosa "banalitá del male". No, niente di banale, tutto anzi molto ben predisposto; scientificamente, se cosà si puó dire in tema di orrori. Partendo dagli elementi acquisiti nel corso dei lunghi anni di indagine, «per il tipo di movimento delle truppe, per la vastitá dell'area, per la sua conformazione, per il numero delle vittime e dei rastrellati, non poteva che trattarsi di un'operazione pianificata fino al livello tattico piú basso», dice infatti la sentenza.
E' per questo che il film di Spike Lee, che oggi viene proiettato in anteprima a Viareggio, sta suscitando reazioni e proteste negli ambienti della Resistenza in Versilia (e anche tra gli storici). L'ultimo lavoro del famoso regista si intitola appunto Miracolo a Sant'Anna e ricostruisce l'eccidio di quell'agosto d'inferno. Girato in Italia, giá presentato in anteprima a Toronto, il film di Spike Lee sará distribuito nelle sale italiane a partire da venerdà 3 ottobre: atteso con comprensibile interesse e passione (Lee "il ribelle" è un regista molto amato a sinistra), ma anche da aperte polemiche.
Protesta l'Anpi di Pietrasanta: il film di Spike, che si basa essenzialmente sul romanzo dell'americano James Mc Brain ("Miracle at St. Anna"), fa propria la tesi secondo la quale la strage è perpetrata dai nazifascisti a causa di un capo partigiano che, sfidando i bandi SS e irresponsabilmente mettendo cosà a repentaglio la popolazione, ha deciso di nascondersi in paese. Un capo partigiano la cui presenza a Sant'Anna viene rivelata al comando SS da un compagno-spia, il traditore che guida l'assalto tedesco tra le case all'alba del 12 agosto 1944 nella caccia al comandante nascosto. Impresa fallita, da qui la conseguente furia contro gli abitanti.
E' un falso storico, sostiene l'Anpi, un falso che finisce anche per gettare discredito sulla stessa lotta di Resistenza. «Una ricostruzione cinematografica del tutto inventata; incredibile che ancora oggi si riproponga come causa della strage di 560 civili la presenza dei partigiani a Sant'Anna». Protestano anche studiosi e storici. «Mi metto in ginocchio e chiedo a Spike di tagliare tre metri del suo film - dice in una dichiarazione al "Corriere" Giorgio Giannelli, giornalista e storico, ben informato sui fatti -. La strage di Sant'Anna non è un romanzo, fu una tragedia che appartiene alla storia. E un episodio inventato puó stravolgere la storia. Il film avrá una risonanza mondiale. Allora tremo a sapere che da Tokyo a New York, da Mosca a Nuova Delhi sia raccontata una storia falsa. La nostra».
No, non c'erano partigiani nascosti a Stazzema, e non c'era bisogno di un giuda venduto. Precisa l'Anpi: «La strage, compiuta nel corso della lotta per il controllo del territorio nel settore occidentale della Linea Gotica, fu una vera e propria operazione di stampo eliminazionista, la cui legittimazione giuridica si fondava sul "sistema degli ordini" che, ricalcando le normative per la condotta della guerra antipartigiana emanate dallo Stato Maggiore tedesco su altri fronti europei, venne trasmesso in Italia nell'estate 1944». Un "sistema" semplice. Per ogni atto compiuto da partigiani o da singoli cittadini, «questo "sistema" rendeva responsabili gli abitanti dei paesi dove queste azioni avvenivano, sanzionando cosà il diritto delle truppe tedesche a rivalersi sui civili».
Appunto il "sistema" Sant'Anna.
Non solo lÃ. Purtroppo Spike Lee per il suo film non aveva bisogno di inventarsi niente di niente; c'è materiale, tutto rigorosamente vero, in spaventosa abbondanza. Dal settembre 1943 al maggio 1945, la vera e propria "guerra ai civili" che SS e Wehrmacht (con i volenterosi apporti di Brigate Nere, Decima Mas e altri reparti repubblichini), mettono in atto secondo un preciso piano, provoca oltre 10mila vittime, in gran parte donne, vecchi e bambini. Particolarmente colpite, con il collaudato metodo della "terra bruciata" intorno ai partigiani, la Toscana e l'Emilia Romagna, cioè i territori a ridosso della Linea Gotica. In Toscana, i massacri (si segnalarono soprattutto le Divisioni Hermann Goring e la 16a SS Panzergrenadier) colpiscono pesantemente le provincie di Arezzo, Lucca, Massa Carrara, la campagna pisana, il Padule di Fucecchio. Non solo Sant'Anna, terrore nazifascista a Montemagno, Valpromaro, Ponte del Pretale, Sassaia, Capezzano Monte, Valdicastello, Saravezza, Bardine San Terenzio, Camaiore, Massaciuccoli, Pieve, Querceta, Focette, Motrone, Valdicastello. E in tanti altri posti della martirizzata Versilia.
Si fece notare in modo particolare un certo Walter Reder...
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